SPECIE
SPONTANEE
Quando si crea un nuovo giardino è sempre consigliabile scegliere
le specie spontanee del luogo in cui il giardino verrà realizzato.
Queste specie infatti sono state selezionate dalla natura
e quindi sono perfettamente adattate al clima, al terreno
e in generale alle condizioni locali. Ciò significa che le
piante non solo potranno svilupparsi nel modo più soddisfacente
senza richiedere una assidua attenzione del proprietario del
giardino, ma saranno anche relativamente immuni dai normali
attacchi parassitari e da molte patologie.
Inoltre, il giardino tenderà a integrarsi nel paesaggio in
un reciproco rimando formale e spaziale. Il paesaggio, insomma
(ammesso che il contesto offra tali opportunità), entrerà
a far parte del giardino e ne dilaterà la fruizione.
Nello stesso tempo, il giardino starà nel territorio migliorandone
il valore paesaggistico e la riconoscibilità storico-ambientale.
A tal riguardo, e solo per citare un esempio tra i più noti
ed apprezzati, basti pensare ai classici paesaggi della campagna
collinare toscana, dove i cipressi svettano tra gli olivi
creando dolci prospettive che misurano lo spazio in modo assai
familiare.
Naturalmente si potrebbe obiettare che i parchi di molte
ville storiche non di rado presentano un notevole assortimento
botanico. Ciò si comprende considerando la loro origine: buona
parte di questi parchi furono creati nell'epoca delle grandi
esplorazioni geografiche, soprattutto tra il '700 e l'800,
quando le nuove scoperte coincisero con lo sviluppo della
botanica moderna e con l'adozione del sistema di classificazione
ancora oggi in uso. Nello stesso tempo si andava consolidando
la preminenza sociale della ricca borghesia agricolo-industriale.
Questo ceto emergente sentì il bisogno di distinguersi attraverso
la costruzione di sontuosi palazzi e ville di campagna. Nei
parchi annessi la presenza di grandi alberi diversi da quelli
tipici del contesto, aveva lo scopo di imporre visivamente
la nuova gerarchia di potere, e simbolizzare l'interesse per
tutte le novità che il tumultuoso sviluppo della scienza metteva
a disposizione di un gruppo sociale dotato dei mezzi economici
necessari per approfittarne.
Del resto lungo
tutta la sua evoluzione storica il giardino presenta una costante
attenzione alle novità botaniche e in generale agli artifici
capaci di attirare e stupire i visitatori. Ciò è dovuto proprio
a uno dei principi fondativi del giardino stesso: quello di
essere un pezzo di natura separata dal territorio e definita
architettonicamente.
Eppure oggi, paradossalmente, in un contesto ambientale spesso
degradato, è proprio la purezza della natura originaria quello
che crea la differenza ed esce dal più banale conformismo.
Se e dove l'ambiente esterno è stato sconvolto, è facoltà
del giardino di riscoprirne le tracce e ricostituire delle
rilassanti oasi di memoria. Evento questo che coincide anche
con le ragioni dell'ecologia e in particolare col recupero
dell'essenziale biodiversità...
E' ovvio, peraltro, che la prassi storica "autorizza"
a immettere nel progetto di un nuovo giardino una certa ricerca
varietale. Ma un corretto approccio architettonico richiede
che ciò avvenga con armonia, cioè, in primo luogo ponendo
l'eccezione in rapporto dialettico con l'omogeneità del contesto.
Così un esotico arbusto fiorito o il fogliame screziato di
un albero "alieno" potrà spiccare su uno sfondo
compatto e valorizzare quello e se stesso, piuttosto che soccombere
alla cacofonia della casualità. Il giardino infatti per sua
natura è la negazione della casualità, anche quando sembra
spontaneo. Anzi, è men che meno casuale quanto più esso appare
come una perfetta imitazione della natura.
Quella che segue è una lista di alberi ed arbusti generalmente
spontanei (o talvolta perfettamente ambientati) nella campagna
veneta.
g.z.
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