IL SUOLO                                                          

                                                                                Il suolo si forma per disgregazione (frantumazione e decomposizione) delle rocce (elemento primario) a causa di dinamiche        

                                                                                fisiche (perlopiù climatiche) e chimiche, e successivamente per concorso di fattori biologici.


                                                                               Erosione fisica, dovuta a:

                                                                                - temperatura, ovvero la tensione creata dall'alternarsi di caldo e freddo, che sgretola le rocce (a causa del diverso grado di

                                                                                   dilatazione e contrazione dei vari componenti minerali presenti);

                                                                                - azione abrasiva dell'acqua (sotto forma di ghiacciai, mari, fiumi);

                                                                                - azione abrasiva del vento (per effetto del trasporto di particelle sabbiose).


                                                                                Erosione chimica, dovuta a:

                                                                                - idrolisi (decomposizione nell'acqua determinata dal differenziale che si crea tra stato alcalino e stato acido);

                                                                                - ossidazione (nei composti dove sono presenti minerali ferrosi);

                                                                                - scioglimento (del calcare in ambiente ricco di anidride carbonica).


                                                                                NB. L'erosione chimica lascia intatti i minerali più resistenti (tra cui ci sono gli elementi nutrizionali di base per le piante). Per

                                                                                esempio: magnesio, potassio e sodio, vari solfati e cloruri, oltre a quarzo, silice ed altro.


                                                                                Fattore biologico, dovuto a:

                                                                                - decomposizione di sostanze organiche (di natura vegetale e animale);

                                                                                - presenza vitale di animali (microrganismi, vermi e insetti) e vegetali (radici, funghi e spore) nello strato superficiale, perlopiù i

                                                                                   10-15 cm più prossimi alla superficie.


                                                                                NB. In generale l'intera biomassa del suolo non supera il 5% del contenuto totale.


Il grado di disgregazione delle rocce stabilisce la seguente suddivisione:

- Terreno fine (composto da particelle < 2 mm di diametro), contiene: argilla (diam. < 0,002 mm); limo (diam. compreso tra 0,002 e 0,05 mm); sabbia (diam. compreso tra 0,05 e

   2 mm);

- Terreno grosso (composto da particelle > 2 mm di diametro), contiene necessariamente: ghiaia (diam. compreso tra 2 e 10 mm); pietre (diam. compreso tra 10 e 200 mm);

   massi (diam. > 200 mm).


NB. L'argilla è la parte più reattiva poiché contiene le particelle più indissolubili (cioè, chimicamente più pure, le quali spesso svolgono funzione nutrizionale per le piante) e perché funge da legante rispetto alle altre parti (incluse le molecole di acqua e aria), cioè, è il fattore più importante nello stabilire la struttura del terreno.


 

RIFERIMENTI PEDOLOGICI:

In sintesi un suolo è composto di:

- particelle minerali;

- sostanze organiche finemente divise;

- acqua;

- aria;

- organismi viventi (vermi, insetti, batteri, spore, funghi, radici).


Il suolo procura alle piante:

- acqua;

- nutrimenti inorganici (fosforo, potassio, azoto, ecc.);

- ossigeno;

- ha funzione di ancoraggio per l'apparato radicale.


Il contenuto biologico (organico) del suolo è in maggior parte formato dai residui vegetali (foglie e frammenti legnosi), costituiti da:

- proteine, zuccheri, amidi e grassi (facilmente decomponibili);

- cellulosa e altre essenze strutturali (mediamente decomponibili);

- lignina (relativamente inalterabile).


NB. In suoli anaerobici (privi di aria), e/o eccessivamente umidi, la decomposizione è incompleta e da' luogo alla formazione di torba.


Una volta decomposte, le sostanze organiche in concorso con le secrezioni batteriche, vengono a costituire un miscuglio abbastanza stabilizzato detto humus. A sua volta l'humus costituisce il nutrimento dei vermi (lombrichi) e/o altri organismi animali (in relazione alla condizione più o meno acida del terreno), che digerendolo lo miscelano col contenuto minerale del suolo, formando una pasta base detta humus fine.

L'humus fine così definito, oltre a "fissare" l'azoto, il fosforo ed altri elementi importanti, stabilizza la natura del suolo e con la sua presenza migliora sensibilmente la disponibilità di ossigeno e di acqua in terreni troppo drenati (ovvero, nel terreno grosso o prevalentemente sabbioso).


Il suolo si struttura per mezzo di aggregati (tipicamente costituiti da argilla, limo, sabbia e humus) entro i quali si inserisce l'apparato radicale delle piante e nei quali sono presenti le sostanze necessarie al loro nutrimento.


Si definisce capacità idrica di un suolo il rapporto di equilibrio (= 0) tra l'evaporazione per capillarità (la risalita dell'acqua attraverso la porosità più fine del terreno) e la pressione contraria determinata dalla forza di gravità. Ciò significa che in teoria, a prescindere da altri fattori (aspirazione radicale delle piante, evaporazione diretta), il contenuto d'acqua del terreno che ha raggiunto la sua capacità idrica si intende stabile.


L'acqua in eccesso rispetto alla capacità idrica è l'acqua disponibile per le piante presenti su un dato terreno. La vegetazione contribuisce in modo sensibile al contenuto di acqua del terreno, ciò in quanto l'apparato radicale aspira fino a notevole profondità l'acqua e la disperde nell'aria per traspirazione dalle foglie. Diversamente un terreno spoglio, dopo aver subito l'evaporazione superficiale, estesa fino a qualche centimetro, tende a rimanere umido in profondità (l'evaporazione per capillarità interessa normalmente uno strato di poche decine di centimetri, spingendosi al massimo fino a un metro in terreni agricoli, ovvero lavorati in profondità dall'intervento umano).


L'entità dell'evaporazione dipende dalla natura del suolo, in particolare dal suo contenuto di humus e, soprattutto, di argilla. Quanto più il terreno è profondo (e quanto maggiore è il contenuto di argilla), tanto più sarà ricco di acqua.


In ogni caso, per essere fertile (ovvero per presentare caratteristiche aerobiche, adatte alla presenza batterica), il terreno non deve essere troppo asfittico (compatto), deve anzi avere una certa aerazione (contenuto di ossigeno). L'aerazione è assicurata da un efficiente drenaggio. Il drenaggio dipende dalla porosità grossa del suolo, ed espleta la funzione di smaltimento della quantità di acqua in eccesso.

Tipicamente i suoli argillosi (terreni pesanti), se non adeguatamente lavorati, hanno una scarsa porosità grossa. Mentre essa è garantita in terreni che presentano aggregati superiori ai 3 mm, a patto che non siano troppo umidi (ovvero, che la porosità fine all'interno degli aggregati stessi non sia imbevuta d'acqua), ricostituendo perciò l'ambiente anaerobico.


L'apparato radicale delle piante assorbe le sostanze nutritive dalle misture di suolo sotto forma di ioni (principalmente di azoto, fosforo e potassio, ma anche di altri elementi). Questi ioni sono attratti dalla superficie colloidale di argilla e humus, e su tale superficie essi si concentrano e vengono rapidamente ripristinati mano a mano che le radici li assorbono (sì che in condizioni ideali si mantiene un equilibrio costante). La caratteristica colloidale è l'elemento chiave che rende così importante la presenza di argilla e di humus in qualità di fattori di aggregazione delle sostanze nutritive; infatti, un terreno si dice fertile proprio in relazione al suo contenuto di argilla e, soprattutto, di humus.


Naturalmente solo una parte degli ioni "fissati" vengono a diretto contatto con le radici e quindi il fabbisogno delle piante dipende proprio dalla caratteristica degli ioni di muoversi all'interno della mistura di suolo per concentrarsi sulla superficie di argilla e humus. Questa mobilità degli ioni è sensibilmente favorita dalla presenza di acqua, ed è per tale ragione, in particolare, che la siccità influisce negativamente sulle piante. Di fatto, gli ioni vengono trasportati verso le radici dall'acqua che si muove verso le medesime.


NB. Gli ioni di azoto, diversamente da tutti gli altri, non derivano dalla disgregazione delle rocce, ma dall'aria (azoto atmosferico). Questo elemento si trova nel terreno in forma di azoto organico perché viene così trasformato dai microrganismi che lo assorbono e lo rilasciano nel terreno (humus) decomponendosi, una volta morti.


GRADO DI ACIDITA' (Ph):

Il grado di acidità / basicità di un terreno si definisce con la sigla Ph (Ph = 7, terreno neutro; Ph > 7, terreno basico o alcalino; Ph < 7, terreno acido). In generale le diverse specie di piante preferiscono un diverso grado Ph, ma in ogni caso esso deve essere compreso entro certi limiti:


- limite alcalino normale per le piante, Ph < 7,5

- limite acido normale per la piante, Ph > 3,5

- condizioni ideali medie, Ph compreso tra 6,8 e 5,6 (ambiente leggermente acido)

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